Le emorroidi (dal greco "emoreo" = sangue che scorre) sono costituite da vasi sanguigni, tessuto connettivo e muscolatura liscia, costituenti il plesso emorroidario interno e strutturati in modo da formare dei veri e propri cuscinetti che si trovano all’interno del canale anale e contribuiscono, seppur marginalmente, alla normale continenza. Le emorroidi diventano patologiche quando aumentano di volume e questo avviene per lo scivolamento verso il basso, oltre la linea dentata retto anale, e per la congestione vascolare.
Entrambe le condizioni si possono verificare insieme, per esempio durante gli sforzi della defecazione. Il deterioramento dei tessuti di sostegno del plesso emorroidario con l’età è un altro fattore importante nel favorire lo scivolamento verso il basso del plesso. Il ritorno venoso può essere ostacolato anche da una massa occupante spazio nella pelvi come può essere per esempio un utero gravidico, con conseguente aumento della congestione vascolare. Esiste anche un plesso emorroidario esterno, meno importante, che si trova all’altezza del margine anale, ed è formato da vasi sanguigni che formano un plesso venoso sottocutaneo. Le due componenti, esterne ed interne, sono in comunicazione vascolare tra loro ed anche il plesso esterno può risentire degli stessi fattori etiopatogenetici nel determinismo di uno stato patologico.
Le emorroidi non rappresentano una malattia grave. È una condizione molto comune ma i suoi sintomi non provocano altro che disagio, prurito o sanguinamento e non può dare origine a una patologia più grave.
I sintomi più comuni della malattia emorroidaria sono rappresentati da:
I sintomi della patologia emorroidaria vanno e vengono con esacerbazioni improvvise e remissioni spontanee. Il sanguinamento in particolare può verificarsi con episodi che possono ripetersi per settimane, mesi, anni e, nei casi più gravi, può portare ad una severa anemizzazione del paziente.
La frequenza e la sopportabilità dei sintomi, ed il loro andamento ciclico, sono fattori fondamentali nella scelta del trattamento.
La patologia emorroidaria può essere diagnosticata col semplice esame ispettivo se permanentemente prolassate (IV° grado) o qualche volta invitando il paziente a ponzare (II° e III° grado).
L’esame ano proctoscopico è dirimente per la diagnosi. Quasi sempre la patologia emorroidaria è associata ad un prolasso interno del retto che riempie completamente il lume dell’anoscopio o addirittura ad una vera e propria intussuscezione (o invaginazione) della parete del retto. La diagnosi differenziale più importante e da tenere sempre a mente è quella con il carcinoma colorettale. Pazienti di età superiore ai 50 anni (o 40 anni in caso di familiarità per la malattia) che denunciano un sanguinamento dall’ano di qualunque tipo vanno sempre indirizzati all’esame colonscopico completo anche in presenza di evidente patologia emorroidaria.
Il modo migliore per prevenire l'insorgenza delle emorroidi o ridurne i sintomi è riuscire ad avere delle evacuazioni morbide, in maniera tale da facilitare la defecazione. Per questo motivo, è consigliato:
Dato che la patologia emorroidaria presenta fasi cicliche, i consigli primari che si danno al paziente sono quelli di seguire una buona condotta alimentare (dieta ricca di fibre e acqua, evitando cibi irritanti per il colon e per l’ano in particolare) e una corretta igiene. In caso di emorroidi sanguinanti con prolasso (assente o modesto) sono previste varie soluzioni ambulatoriali o semi ambulatoriali.
Una di queste riguarda le legature elastiche, intervento ambulatoriale che, tuttavia, è funzionale per le emorroidi di piccole dimensioni e palliativo poiché necessita di successivi controlli e ulteriori interventi. Lo stesso vale per la terapia sclerosante. In voga negli anni settanta-ottanta, la crioterapia è ormai stata superata a causa del post-operatorio doloroso e delle recidive. Nei casi precoci (emorroidi di I-II grado) è consigliabile sfruttare la tecnica HAL – doppler che prevede una legatura degli affluenti arteriosi dei plessi emorroidari e il fissaggio del prolasso.
Esistono diversi specialisti che possono studiare, diagnosticare e curare le emorroidi. I medici esperti in Chirurgia Generale, in Malattie Digestive o in Proctologia sono gli specialisti più qualificati per curarli.
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